La puntata che stavamo aspettando da quando è iniziato questo viaggio. E finalmente, eccola. Matteo l’aveva detto che sarebbe stata quella di Genoa-Ascoli ma Tommaso non gli ha creduto e così si è ritrovato, nella giornata decisiva, chiuso in una camera d’hotel a Praga a urlare contro due telefoni contemporaneamente causando un po’ di preoccupazione alla receptionist della struttura. Il Gaccio invece è distrutto, ha la febbre a 38°, ma secondo il Dottor Paoli si tratta di semplice cherofobia genoana.
Ma andiamo con ordine. Prima di tutto, il Genoa è in serie A. Sudata, voluta, meritata, conquistata, poi difesa, e infine strappata con forza con due giornate d’anticipo. In una partita che poteva essere da Genoa e in effetti da Genoa è stata. Ma dimenticatevi delle genoanate e degli psicodrammi del passato. È stata da Genoa nel senso più mistico del termine.
Matteo e Gaccio che erano presenti in Nord, lì vi riporteranno. In quel meraviglioso sabato pomeriggio che è già stato consegnato a quella lunga leggenda, rossa e blu. Della partita, per motivi diversi non vi possono dire più di tanto. Ma vale la pena sentirli parlare di quel infinito minuto dove tutto era sospeso e i trentatremila e passa genoani al Ferraris (tra quelli sugli spalti e quelli in campo) e quelli sparsi nel mondo (come Tommaso) in preda a varie allucinazioni collettive non aspettavano altro di lasciarsi andare in un boato dove mettere dentro tutto quello che noi sappiamo.
Ah, può sembrare che non c’entri molto ma eccome se c’entra: c’è anche spazio per l’angolo culturale con i consigli letterari di Matteo. Magari a qualcuno in città può tornare utile. Perché, come dice Lewis Carroll, in tutto c’è una morale, se si sa trovarla.
Per finire, un’ultima cosa: CHIEDETE SCUSA A SPORS! (cit.)
BUON ASCOLTO