Un Genoa che vuole volare e che concluderà la stagione al 5° posto, conquistando l’Europa League. Ma al derby la classifica conta ben poco: qui, l’unica regola è dare tutto e vincere. Vincere per la maglia, per i tifosi e per la città. Chi non lo vive appieno non può certo capire cosa voglia dire stare in ansia una settimana, per poi soffrire 90° minuti, cantare a squarciagola per coprire i cori dell’altra parte dello stadio.
L’arbitro Farina dà il fischio d’inizio: è il primo derby del Principe e l’emozione è forte. All’ingresso delle squadre, la Gradinata Nord regala l’ennesimo spettacolo coreografico tingendosi di bianco: si gioca in “trasferta”.
La tensione è palpabile: il match si concluderà con 11 ammonizioni e 57 falli. Il Genoa parte con grinta ma le squadre sono ben bilanciate e il primo tempo si conclude sullo 0-0.
Inizia il secondo tempo e al 50° arriva la magia: Milanetto, con una punizione da destra, trova e serve al Principe Milito un pallone d’oro. L’argentino si libera e con un portentoso colpo di testa, colpisce il pallone di cuoio. Castellazzi non può che rimanere immobile e guardare la palla che gonfia la rete alle sue spalle.
Il tutto è confezionato sotto gli occhi di una Gradinata Nord che esplode in un boato che rieccheggia per tutta la città di Genova.
La gioia è incontenibile. La Samdoria cerca di reagire dopo aver accusato la pesantissima rete, ma c’è poco da fare.
Il Genoa di Rubinho, Biava, Ferrari, Bocchetti, Rossi, Milanetto, Jurić, Criscito, Thiago Motta, Sculli e Milito è inarrestabile: la stracittadina si conclude 0-1 e i rossoblu tornato a festeggiare in piazza De Ferrari.