La partita incominciò con azioni veloci, tanto che già al secondo minuto di gioco entrambi i portieri si erano impegnati pericolosamente per respingere i tiri di Volk e Casanova. All’ 8° minuto arrivò la prima grande occasione giallorossa, ma Volk non riuscì a concludere per troppo indugio: l’attaccante fiumano arrivò troppo tardi sul pallone, che venne respinto n calcio d’angolo dall’attento Gilardoni. Volk però voleva il gol e insaccò la sfera in rete, sorprendendo De Prà: tripudio della folla e bandiere giallorosse al vento.
Anche se sotto di una rete, il Genova 1893 non perse la concentrazione e al 12° minuto arrivò il pareggio che riaprirà la partita: Ferrari sfuggì alla guardia di Fasanelli e, giunto all’altezza dell’area di rigore calciò in porta; Masetti uscì nell’impresa e respinse a mani aperte sulla destra, ignorando però la presenza di Esposto (Spósito), pronto ad indirizzare il pallone in porta con un forte tiro a mezz’altezza.
Il nuovo risultato innervosì i romanisti che iniziarono a premere minacciosi sulla difesa avversaria. Ma i rossoblù, spinti dalla coppia Stabile-Esposto risposero colpo su colpo agli attacci dei padroni di casa.
Nel secondo tempo, il gioco divenne più vivace e gli urti più violenti ma l’arbitro Carraro lasciò correre. Al 52° Sala, dopo una vivace lotta per il possesso della sfera, riuscì ad avere la meglio e si spinse fino all’area di rigore giallorossa. Qui sferrò un tiro potentissimo che Masetti non riuscì a bloccare completamente: la palla sbattè all’interno del palo per poi schizzare in rete.
Col Genova 1893 in vantaggio per due reti a uno, le scorrezzette aumentarono. Il pubblico, accortosi della nervosità dei giocatori, disapprovò con energia l’operato dell’arbitro. Ma i rossoblù non persero la calma e al 55° l’attacco genoano si portò minaccioso in area giallorossa, superando la fragile resistenza della mediana: si creò così una mischia dalla alla rete romanista con Masetti, Fasanelli e Ganguglia che si buttarono contemporaneamente sulla sfera. Stabile sopraggiunse e, raccogliendo il pallone sgusciato dal groviglio di giocatori, depose il pallone in rete e segnò la terza rete del Genova.
Il pubblico del Testaccio si fece sentire con urli di disperazione e delusione per il risultato della Roma. Qualche proiettile venne lanciato sul campo e la partita fu prontamente sospesa: alcuni soggetti poi entrarono nel prato di gioco, ma vennero subito fermati e allontanati dai dirigenti della Roma e dalla forza pubblica. Il campo ormai era una bolgia ma Carraro ordinò comunque la ripresa del gioco: la Roma provò in tutti i modi a rimontare ma le azioni furono troppo convulse e non giunsero a nulla di concreto.
Sopraggiunse il triplice fischio e il Genova 1893 ottenne sul campo del Testaccio una grande vittoria che resterà negli annali rossoblù per parecchi anni.