Modena-Genoa, l’analisi post-partita di GenoaMatch

Il pareggio conquistato contro il Modena al Braglia, permette al Grifone di staccare ulteriormente (+3) sulle concorrenti alla promozione diretta.

Mister Gilardino sceglie di non cambiare le fondamenta di una squadra già ben strutturata, le novità principali sono Boci sull’esterno di sinistra e Puscas che ha preso il posto del bomber Coda.

Rispetto alle precedenti partite è cambiato il modo di affrontare l’avversario in fase difensiva, aggiungendo un uomo tra difesa e centrocampo per contrastare la pericolosità del terzo miglior attacco.

Persistono però le difficoltà di creare occasioni da gol negli ultimi 25 metri, il dinamismo di Sturaro non è stato sufficiente per collegare centrocampo e attacco, sarebbe sicuramente più funzionale un profilo alla Jagiello.

Dal grafico “Periodo di pressione” possiamo notare come dopo il gol del vantaggio, il Genoa abbia voluto abbassare il ritmo e che dopo il gol del pareggio ne abbia subito le conseguenze. Il secondo tempo è stato impostato allo stesso modo, ma solo dopo l’espulsione dell’avversario modenese si ha avuto un netto ed intenso dominio territoriale

La catena di gioco utilizzata maggiormente è quella di Sabelli, Sturaro ed Aramu, sulla fascia di destra. Sia per minuti di possesso palla che di attacco alla linea avversaria.

Durante il primo tempo la squadra ha cercato di creare densità sulla zona di centro-destra del campo, ritenuta effettivamente la più pericolosa ma anche la più vulnerabile, con Sturaro che sull’esterno aveva il compito di attaccare in funzione di ala pura.

Nel secondo tempo la squadra ha cercato di modellarsi attraverso un modulo asimmetrico, lavorando sulla spinta dei terzini e la densità in area di rigore, in funzione di sfruttare la superiorità numerica concessa dagli avversari.

Ecco le statistiche della partita:

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