Un mese bollente, e non soltanto a livello meteo, per battezzare il ritorno del Grifone in serie B 15 anni dopo. Dal 13 agosto al 10 settembre, viaggiando da Venezia a Palermo, lungo tutta l’Italia passando anche da Pisa e per due volte dal Ferraris, il Genoa vivrà un forte assaggio di cadetteria.
Urna al pepe l’altra sera a Reggio Calabria, per l’occasione sede del sorteggio, perché nella prima cinquina di avversarie (Venezia, Benevento, Pisa, Parma, Palermo) che la squadra di Blessin sfiderà, c’è tanta storia, altrettanto blasone e molta qualità a livello di organici.
L’allenatore tedesco la gira in positivo, dichiarando a caldo che per i suoi ragazzi sarà di forte stimolo affrontare subito diverse big. Ciò detto, l’avvio che attende il Grifone, almeno sulla carta, è quello canonico di una matricola appena arrivata al gran ballo.
Rispetto per tutti, timore per nessuno, ovvio. E, comunque, per reggere l’urto e per scansare i primi mugugni, servirà un impatto convinto e convincente. Intanto a livello atletico, considerato che si giocherà ancora calati in temperature tropicali. E pure sul piano tattico, dove il ritiro austriaco e le prime amichevoli della stagione, insieme all’uscita di Coppa Italia contro il Benevento, serviranno come ossigeno per fare in modo che il cantiere si presenti ai primi esami di campionato con uno stato di lavori quantomeno accettabile e già monetizzabile.
D’accordo che da sempre la serie B equivale a un’autentica maratona e che le promozioni si conquistano in primavera e non in autunno o in inverno, ma è fuori di dubbio che il Genoa sia chiamato a una partenza… da Genoa.
Questione filosofica star qui ad elencare i motivi. Uno su tutti: dopo una stagione come l’ultima, con pochi punti e altrettanti gol, ormai da tanto, troppo tempo il popolo rossoblù vive una pressante necessità di esultanza immediata. E di questo la dirigenza è ben consapevole.
Il Grifone e un calendario subito carico di spine, vero. Ma, gonfiando il petto d’orgoglio, e magari pure viaggiando sul confine della presunzione, se affermassimo che i problemi potrebbero esserci anche e soprattutto per la concorrenza a incrociare Sturaro e compagni?
Tutto è da dimostrare e storicamente la serie B insegna che su questo pianeta trionfa l’inno alla democrazia. Un pianeta dove i nomi roboanti e le matricole molto spesso in classifica si mischiano, dove tutto, ma proprio tutto, è da conquistare sul campo, dove se l’ultima batte la prima soltanto gli sprovveduti grideranno allo scandalo e alla lesa maestà.
Serie B foresta piena d’insidie: non si discute. Ciò detto, il Genoa è il Genoa e come tale dovrà approcciarsi a un contesto complicatissimo, ma dove il Grifone è chiamato a mettere in chiaro, possibilmente fin da subito, le sue brame di pronta risalita. Coi fatti. Con un gioco innanzitutto produttivo e, magari, visto il recente, sconfinato digiuno, anche esteticamente apprezzabile.
Un modo di pensare prima ancora che di agire, un approccio alle partite da squadra che sa quello che vuole, pronta a prendere l’iniziativa e non protesa ad aspettare le mosse dei dirimpettai. Perché il Genoa è il Genoa.