Domenica 24 ottobre 1982, al Luigi Ferraris si giocava Genoa-Udinese. All’inizio del primo tempo, il Genoa stava dando l’impressione di passare in vantaggio, ma al 20° l’Udinese si trovò col pallone sul dischetto proprio sotto la Gradinata Nord. Il brasiliano Edinho segnò il gol dell’0-1. Quattordici minuti dopo, Tesser porto i friulani sul 0-2.
I tifosi rossoblu, anche se sotto di due reti, non smisero per un attimo di incitare la squadra. Questa spinta d’incitamento raggiunse Antonelli che dopo dieci minuti dalla ripresa accorciò le distanze del Grifone, con una rete in mischia.
Poi arrivò la rete dell’Udinese: Orazi, con un pallonetto da 25 metri circa, scavalcò il portiere Martina. Al 38° della ripresa, il Genoa conquistò un rigore e Iachini segnò la rete che accorciava le distanze.
Nei minuti finali il Genoa diede tutto quello che aveva per conquistare il pareggio, ma il triplice fischio finale arrivò: l’Udinese battè in casa il Genoa per 3 reti a 2.
I tifosi della Gradinata Nord chiamarono a gran voce gli undici rossoblu. Arrivati sotto la curva, ricevettero applausi e cori d’incoraggiamento. Una dimostrazione d’affetto, di amore verso una squadra, nonostante la sconfitta. Perchè per i genoani la sconfitta pesa meno se si onora la maglia.
Sul campo quel giorno c’era anche Enzo Ferrari, allora tecnico dell’Udinese ma ex giocatore del genoa nel 1967-68. Ferrari, vedendo ciò che stava accadendo sotto la Nord, definì i ragazzi della tifoseria genoana “matti meravigliosi“.
La Gazzetta dello Sport raccontò quella domenica al Ferraris con queste parole:
“GENOVA – Chissà se mai era successo: una squadra che perde in casa (è la terza sconfitta su quattro partite) e che viene letteralemnete costretta al giro d’onore sul campo per ricevere un lungo applauso affettuoso. Un incitamento continuo per ogni minuto della drammatica, indimenticabile partita. E l’urlo Genoa-Genoa che piombava sul Bisagno gonfio di pioggia.
<<Questi sono dei matti>> – ha commentato Enzo Ferrari, l’allenatore vincente, che giocò su questo campo, non senza un filo di nostalgia, <<dei matti meravigliosi>>.
Ieri ha risuonato a Marassi, dopo anni flebili, l’inconfondibile ruggito della Gradinata Nord. Era la stessa gente che tre settimane or sono si arrabiò con i suoi giocatori che avevano perso male fino a cercare di lapidarli. La stessa gente che stavolta si è commossa di fronte alla generosità, all’abnegazione (davvero), sottolineandola con una esplosione di forsennato romanticismo che era la sua venderra contro i triboli, per dirla con il poeta, dell’avversa fortuna. Anche questo, ma sì, può essere un modo di vincere.
Genoani si nasce, dicono. Ed è la verità.”