È tra le mura della storia rossobù, precisamente al secondo piano del Museo del Genoa, che un piccolo particolare di questa icona ha attirato il mio sguardo. Entrando nella sala, la parete di destra raccoglie tutti gli stemmi che il Genoa Cfc applicò sul petto nel corso della sua storia: tutti molto simili, ma uno si distingue dagli altri per un piccolo particolare, ovvero la posizione della coda.
Ma facciamo un passo indietro…
Partiamo dal 1580, quando i Grifoni fecero la loro “pubblica” comparsa sullo stemma genovese, posizionati a protezione e sostegno della Corona Ducale e della Croce di San Giorgio. Però, nel 1815, una modifica allo stemma venne imposta quando, a seguito del Congresso di Vienna, il territorio della Repubblica di Genova venne annesso al Regno di Sardegna. Così, in segno di sottomissione, le ali dei Grifoni furono abbassate e la coda nascosta fra le zampe. 82 anni dopo, nel 1897, venne accolta un’istanza della Giunta Municipale genovese e le code poterono finalmente uscire dalle zampe degli animali mitologici, pur rimanendo abbassate.
La creatura mitologica rimase così raffigurata fino agli anni novanta quando, per festeggiare il centenario di fondazione, il Genoa Cfc decise di realizzare un nuovo stemma diverso dai precedenti: il Grifone proposto era raffigurato con uno sguardo fiero, le ali spiegate a sovrastare la testa e la coda, attenzione, bella dritta con la punta all’insù: quasi fosse pronto ad intraprendere una nuova battaglia.
La società rossoblù, col nuovo fiero Grifone sul petto, diede l’impulso necessario alla stessa città e, il 20 luglio 2000, la Giunta Comunale di Genova ripristinò l’antico stemma, riportando in alto le code dei due Grifoni.
Nuovamente, la storia del Genoa cfc e della città di Genova si uniscono, fondendosi, andando a creare un’unico grande, lunghissimo, romanzo.
Fonti per l’articolo: ” E ora il nuovo Grifone ha anche la coda eretta”, CAMILLO ARCURI;